RECUPERO DANNI DA FREDDO SU OLIVO – GELATA FEBBRAIO 2018
ASSAM MARCHE
Autori: F. Famiani, G. Pannelli, B. Alfei, 2012. “Come e quando intervenire contro i danni da gelo”. Olivo e Olio n. 4 – 2012, pp 38-42
I danni indotti dalla gelata del febbraio 2018 sono stati abbastanza diversificati in relazione a fattori climatici ed ambientali ma anche a fattori agronomici, che ne hanno accentuato/attenuato gli effetti. I primi organi ad essere danneggiati sono stati gemme e foglie, seguiti dai rametti più piccoli, fino ai rami più grandi, alle branche secondarie, alle primarie e al tronco, proporzionalmente all’intensità ed alla durata del freddo, in combinazione con l’umidità atmosferica.
I danni potranno essere osservati con esattezza solo dopo il collaudo ambientale del periodo estivo, quando l’elevata domanda traspiratoria metterà alla prova l’integrità del sistema vascolare, per cui gli interventi di potatura possono essere rimandati a dopo ferragosto quando la pianta darà chiari segnali sulla capacità di ripresa, evidenziando le parti danneggiate e quelle sane.
Gli interventi andranno differenziati in base all’entità del danno, come di seguito descritto:
Interventi su olivi con danni limitati alle foglie e ai rami di 1-2 anni
• Danno alle foglie di intensità limitata, foglie leggermente clorotiche/imbrunite e livelli di defogliazione fino al 20-25%: potatura normale
• Defogliazione elevata, con ricaccio diffuso dai rami di un anno: intensità di potatura leggermente superiore, mantenendo la struttura della pianta e diradando le ramificazioni defogliate, per avere un ricaccio vigoroso
• Danni ben evidenti sui rami di un anno, con ricacci su legno di due anni: asportare parti disseccate e quelle con vegetazione stentata, che presentano pochi e deboli germogli; raccorciare le branchette fino ad arrivare a porzioni che presentano una buona emissione di nuovi germogli.
Interventi su olivi con danni alle branche laterali fino alle secondarie
Accorciale le branche laterali fino ad arrivare dove c’è un buon sviluppo di nuovi germogli ed il legno e la corteccia sono integri. Ridurre l’altezza delle branche principali per favorire lo sviluppo di vegetazione nelle porzioni basse della chioma.
Nell’anno successivo, limitare gli interventi di potatura perché la chioma è ancora di dimensioni ridotte rispetto all’apparato radicale: eliminare solo succhioni molto vigorosi che crescono sul dorso delle branche e gli eventuali polloni cresciuti alla base. I succhioni di piccole dimensioni, sia verticali che inclinati, vanno temporaneamente lasciati per contribuire alla conservazione della sanità e della funzionalità del ramo e della pianta.
Interventi su olivi con danni più o meno estesi alle branche primarie
Accorciare le branche fino ad arrivare alla parte basale ad alla porzione completamente integra. Approfittare anche per “ringiovanire” (ridurre il legno) le branche di grosso diametro nella porzione alta. Nell’anno successivo, intervenire in maniera limitata solo per eliminare succhioni vigorosi cresciuti nelle parti più interne ed eventuali polloni. Progressivamente completare la ricostituzione. Interventi su olivi con gravi danni su tutta la parte aerea
Taglio al ciocco, liscio e leggermente inclinato il più vicino possibile al terreno, prima della ripresa vegetativa, in modo che i polloni non si siano ancora sviluppati. In piante innestate non tagliare sotto il punto di innesto.
In caso di potature di ricostituzione su oliveti danneggiati dal freddo approfittare per risolvere eventuali problemi strutturali: abbassare piante eccessivamente alte, ridurre legno in eccesso (ringiovanimento delle chiome), adattare le piante alla raccolta meccanica.
In caso di forti danni, in oliveti costituiti da piante vecchie, disposte con densità inadeguata e/o sesti irregolari, ecc., valutare l’ipotesi del reimpianto se l’ambiente è vocato ed il terreno ha una pendenza che consente un facile utilizzo delle macchine.
Dopo il taglio devono rimanere solo tessuti integri, nel dubbio è preferibile sovrastimare piuttosto che sottostimare il danno. I riscoppi di vegetazione devono essere numerosi e non stentati; i tessuti sulla superficie di taglio devono essere completamente vitali (assenza di imbrunimenti e di zone necrotiche); la corteccia non deve presentare lesioni o placche da freddo (zone depresse imbrunite più o meno estese).
F. Famiani, G. Pannelli, B. Alfei, 2012. “Come e quando intervenire contro i danni da gelo”. Olivo e Olio n. 4 – 2012, pp 38-42